I PRECARI DELLA SCUOLA AD UN PASSO DALLA STABILIZZAZIONE

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RICORSI PRECARI SCUOLA: DALLA CORTE EUROPEA IMPORTANTI SEGNALI.
precario scuola
PARTE DA BARI LA SFIDA FINALE DELL’ UGL IN FAVORE DEI PRECARI.

Corsa contro il tempo dei lavoratori della scuola con 36 mesi di servizio a tempo determinato: prevista per Luglio la sentenza della Corte Europea che metterà la parola fine al contenzioso nazionale che coinvolgerà oltre 100 mila precari.
Oltre a chi lo ha già fatto nei mesi scorsi, solo chi deposita il ricorso in tempi brevi può essere
inserito nella lista dei lavoratori che, in caso di vittoria, andranno stabilizzati.
Numeri da capogiro quelli con cui il Governo Italiano sta per fare i conti.
Dopo le vittorie ottenute in primo grado nel contenzioso che riguarda la stabilizzazione dei precari
della scuola il sindacato Ugl, che negli ultimi 3 anni ha già depositato migliaia di ricorsi, torna alla carica e promuove da Bari una nuova azione legale patrocinata dall’avv. Graziangela Berloco, in difesa dei lavoratori su tutto il territorio nazionale.
“Poiché il Governo continua a far finta di niente – afferma Rossano Sasso segretario provinciale UGL Scuola Bari – noi, in totale condivisione con la Corte Costituzionale ( che ha chiesto alla Corte Europea di esprimersi una volta per tutte sulla questione, ponendo in un caso o nell’altro la parola fine n.d.r.) attendiamo fiduciosi la sentenza da Strasburgo. Questa volta lo Stato non potrà più far finta di niente o appellare le nostre sentenze vittoriose, se ce lo ordina l’Europa dovrà adeguarsi alla normativa comunitaria che non ammette la reiterazione dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi.”
Da qualche mese a questa parte i giudici del Lavoro di 1° stanno sospendendo il giudizio proprio in attesa di questa importante sentenza che costituirà un riferimento ineludibile per tutti, governo compreso. Nel frattempo sono giunti, sempre dalla Corte Europea due importantissimi segnali che riguardano la direttiva n°70 del 1999 e con cui si ordina di stabilizzare tutti i lavoratori con almeno 36 mesi di servizio a tempo determinato: le sentenze Papalia e Carratù del 12 dicembre 2013, riguardano dipendenti di amministrazioni pubbliche (enti locali) e lasciano pochi
dubbi in merito a quella che sarà la decisione della Corte sul comparto scuola.Un contenzioso che ha già visto migliaia di sentenze (poiché non appellate) passare in giudicato su tutto il territorio nazionale, provocando la stipula di contratti a tempo indeterminato per numerosi precari e oltre 500 milioni di euro tra risarcimento danno, differenze retributive e spese legali, numeri questi destinati a crescere dopo la sentenza prevista per luglio.
QUELLO CHE I LAVORATORI NON SANNO:
L’ UGL lancia l’allarme a tutti i lavoratori precari della scuola che non hanno ancora depositato il ricorso al giudice del Lavoro: solo chi ha un contenzioso aperto prima della sentenza potrà rientrare nell’ipotesi della stabilizzazione, non basta essere semplicemente in possesso del requisito dei 36 mesi, a meno che a Roma non si rendano conto che costerebbe sicuramente meno immettere nei ruoli tutti gli aventi diritto senza aspettare la
fine del contenzioso, rispettando quanto sancito dalla direttiva europea n°70 del 1999, recepita da una legge italiana ( il dlgs. 368/01 ndr). Da stigmatizzare comunque il dato che per ottenere il rispetto di una legge europea ed una italiana ci si debba per forza rivolgere ai giudici a causa delle continue violazioni delle stesse!
“Nei mesi scorsi – conclude Sasso – abbiamo accompagnato numerosi lavoratori a stipulare
contratti a tempo indeterminato su ordine dei giudici, riconquistando così serenità e fiducia, doti queste che purtroppo non hanno ancora in molti, tra docenti e personale ata che pur avendo i requisiti previsti dalla direttiva europea sono ancora sospesi nel limbo del precariato, per non dire inferno, quando poi a Settembre non si riesce neanche ad elemosinare una supplenza breve”.
Per l’UGL la battaglia legale proseguirà fino a quando i diritti di tutti i precari con 36 mesi di
servizio non verranno riconosciuti motivo per cui continua la nostra campagna di informazione al
numero 348 3660911.